Americabolario (updated!)



Per sopravvivere negli USA non serve avere un vocabolario ampio come quello di Philippe Daverio. Bastano una manciata di espressioni, capaci di risolvere da sole il 66% delle situazioni; se usate opportunamente, possono provocare piacere fisico nel 25% di queste (*).
  • cominciamo dal già citato terrific (ossia: “caspita!” o "figo!", insomma per esprimere meraviglia o sincera approvazione). da usare da solo, liscio, senza neanche una bollicina aggiunta, in modo da dare corda all'ordinario entusiasmo di cui sono capaci solo gli americani e le portinaie
  • it's not an option (traducibile come “è da escludersi”, o "ma anche no..."), espressione benaltrista e un po’ saccente. Quando possibile, accompagnarla con una motivazione, ma non necessariamente con la presentazione di una alternativa percorribile
  • hell (diciamo "cavolo", ma è sostanzialmente la versione soft di fuck), si può premettere a qualsiasi domanda per darvi un tono colloquiale ma enfatico (what the hell is...) oppure per sottolineare portata/dimensione di fenomeni o eventi (it was raining like hell, ...)
  • it's less than a problem ("te ne puoi battere il cazzo" oppure, fuori da GRA: "non c'è da preoccuparsene"), in caso di interlocutori apprensivi che sovrastimano la reale entità di una questione
  • correct ("giusto") semplice replica a una domanda retorica, che non interrompe l’interlocutore e anzi lo invita a continuare. annuire seccamente con convinzione
  • you bet! ("ci puoi scommettere", ossia “come no!”, da usarsi anche in contesti un po’ ammiccanti o “antichi”). data la differenza nel numero di sillabe, non so proprio come facciano i doppiatori
  • I don’t feel like… (“non mi va”, “non ho voglia”, eventualmente “non me la sento”). È incredibile quanto usino costrutti al negativo. Ci si potrebbe ricavare un discreto ragionamento sulla costruzione “per differenza” dell’identità di un Paese “giovane”
  • crap ("schifo") espressione alquanto gggiòvane per sottolineare la scarsa qualità dell’oggetto di cui si discute. peggiore è quest’ultima, più va allungata e aperta la “aaaaa"
  • can't wait ("non vedo l'ora", ma testualmente "non ce la faccio ad aspettare") a un orecchio italiano suona abbastanza strano, troppo caloroso, al limite dell'ammiccante. qui passa invece per gentilezza, vista appunto l'enfasi media che usano. davvero parlano come la giornalista di Chicago
  • freshman (letteralmente "matricola", ma in generale, persona inesperta, "friariello") in una città che esiste solo per l'università è normale che il lessico usato per corsi e esami si estenda ad altri ambiti della vita. così capita di sentire quest'espressione in ogni salsa o contesto, giusto per sottolineare che non si è degli impediti (tra l'altro è invariante al femminile)
  • line ("fila"), se usate la versione British "queue" davvero non vi capiscono
  • thunderstorm ("temporale"), anche un acquazzone qui deve suonare come una mossa segreta di Street fighter II
  • dump ("discarica", per dire "casino"), da usare per scrivanie, appartamenti, e simili a mo' di excusatio
  • fat cat ("pappone", ma più che altro per politici e faccendieri). me l'hanno proposto per Berlusconi e all'inizio davvero non avevo capito
  • eventually (questo è stronzo, un false friend, significa "alla fine"). la cosa brutta è che a tradurlo letteralmente si sarebbe portati a usarlo in senso dubitativo, tipo "magari" (e dio solo sa quanto usi il "magari" in italiano. secondo solo al "cmq"...). qui invece è un sinonimo di "finally" o anche "in the end of the day" e segnala certezza, specie di qlcsa di già avvenuto
  • salient ("saliente", "notevole") riferito a un argomento usato in una discussione sta per "cazzuto". sa un po' di piaggeria, ma denota cmq l'apprezzamento per l'altrui elaborazione
  • as far as I know... ("per quanto ne sappia (io)..."), da poter usare anche in modo polemico se poi lo si completa con qualcosa di arcinoto e oggettivo. tendenzialmente sentirselo dire non è una buona notizia: o non ti possono aiutare o ti stanno prendendo per il culo
  • "as american as an apple pie" (come dicevano i foglietti della messa sul significato di nomi tipo Benedetto... "dal significato evidente"). discutendo dei partecipanti al seminario e chiedendo la provenienza di uno di questi, mi si è risposto così. una identità nazionale fondata sulla pallina di gelato alla vaniglia da mettervi accanto
  • dude (americanizzazione di mate), cioè "compagno", "amico", se si è gggiòvani "Johnny", nell'alto Molise "zizì", verso Napoli "o' fràte"... nome volutamente generico di possibile interlocutore, da usare per farlo sentire più partecipe di quello che si sta dicendo



... to be continued


Credits
[da un’idea degli inventori dei Manuali diconversazione de Il foglio]. Anche lì, purtroppo, senza la grazia di Anna Pannocchia.

(*) l’uso delle percentuali fa sèguito all’invito a usare "iperboli dettagliate"





2 comments:

  1. Cugino, complimenti per la sezione linguistica! Non ti preoccupare, "eventually" è un osso duro, un pò come "indeed", ma quando lo userai ti sentirai PACATAMENTE soddisfatto della tua padronanza della lingua inglese! Volevo sollevare una questione, quando ero lì trovavo molto divertente il fatto che chiamassero i bagni RESTROOM, tu che ne pensi?! E poi aggiungo, in Inghilterra lo chiamano LOO... e mi stupisce che a scuola in tutti i miei anni di studio, né l'uno, né l'altro termine fossero comparsi sul mio cammino! Vabbé, detto ciò, "buona camicia a tutti"! Ah, ieri Borsa mi portò a vedere LA KRIPTONITE NELLA BORSA (un film autobiografico su se stessa) tu lo hai visto??? C'è Libero de Rienzo!

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    1. cugina,
      in effetti non si capisce perchè nei corsi di lingua ci sia questa immonda censura sul nome del gabinetto. ci si è insegnato a dire semplicemente "may I go out?". e poi ci si lamenta che siamo una generazione senza obiettivi e senza ideali...
      oppure questi termini asettici tipo toilet, lavatory, w.c., bathroom, o al limite washroom (che mi sa di "incipriarsi il naso...).

      cmq, La kiptonite nella borsa è un film delizioso. e poi c'è Valeria Golino. e tanto basterebbe, ma la presenza di Libero De Rienzo in versione flower power è gradita assai

      ps rimangono ancora sconosciute le ragioni per cui non sei venuta a trovarmi... ti avrei fatto co-author del blog

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